Ogni settore del sapere è intimamente legato al momento culturale in cui viene elaborato e da cui trae i princìpi epistemologici. Se consideriamo la storia della pedagogia, notiamo che le diverse teorie derivano dal differente modo di concepire l’uomo, i suoi rapporti con se stesso e con la società: ogni particolare interpretazione antropologica determina fini, mezzi e metodi educativi. «Ogni pedagogia adora il suo Dio, sottintende una metafisica» (Froebel).
Da questa considerazione derivano due conseguenze: la scienza dell’educazione si basa sulla filosofia; per comprendere l’attuale situazione di questa scienza è indispensabile esaminare il periodo in cui stiamo vivendo.
Questa impostazione va completata con un secondo elemento costitutivo soprattutto nella parte in cui la teoria viene ricondotta all’atto pratico: l’esperienza di decenni di insegnamento nelle Scuole Medie Superiori, settore al quale in modo particolare viene dedicato il presente lavoro, per un preciso motivo. Mentre l’infanzia e la preadolescenza sono state oggetti di analisi attenta, è stato alquanto trascurato nella scuola italiana il problema pedagogico e didattico durante l’adolescenza.
Nell’intento di proporre, più che risolvere, una serie di problematiche con le quali si scontra la pratica quotidiana, si è pensato opportuno evitare questioni complesse come il rapporto tra teoria e sperimentazione e dedicarsi più approfonditamente agli aspetti didattici.
Il testo di articola su quattro sezioni fondamentali: la prima tratta dei problemi pedagogici, la seconda è dedicata all’approfondimento della psicologia adolescenziale, la terza a questioni di psicodidattica e, infine, la quarta restringe il campo ai problemi pratici con i quali quotidianamente si confrontano i docenti. Segue la sezione dedicata all’insegnamento dell’arte nelle Scuole Secondarie.