Il teatro di Vincenzo Arnone è religioso sia nell’accezione più vasta e profonda da abbracciare tutte le domande radicali dell’uomo sia in quella più determinante e precisa di cristiana; un campo, si direbbe, riduttivo, ma ad un tempo immenso nelle sue sollecitazioni e negli stimoli culturali, letterari e spirituali, come espressione di ciò che è inesprimibile. E in questo ha seguito l’autore negli studi, nella ricerca culturale fino ad avere una “con-fusione” di intrecci, di canovacci, di spinte in avanti. Il mettere mano a un’opera porta sempre un po’ di trepidazione per quella sorta di coscienza di incapacità che si ha di fronte a un’idea grande che sovrasta. Ma prevale sempre una specie di rischio… poetico.
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