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“La Violetta Notturna” rappresenta, nella diffusa opera poetica di Blok, la definitiva frattura tra il movimento simbolista e il suo maggior poeta e se, da una parte, essa ha segnato per lui una catabasi esistenziale, ha però anche aperto più ampi spazi alla sua poesia e, al contempo, ha forse determinato la fine del Simbolismo nelle lettere russe.
Notizia biografica
Aleksandr Aleksandrovič Blok nacque a Pietroburgo il 16 novembre 1880. La madre, Aleksandra Andreevna Beketova, figlia di un famoso botanico, rettore dell’Università di Pietroburgo, si era sposata diciottenne con Aleksandr L’vovič Blok, professore di diritto a Varsavia, uomo geniale, ma bislacco e dispotico e talmente avaro da non riscaldare l’appartamento a quelle latitudini. Quando Aleksandra Andreevna, donna per altro nevrotica e possessiva, si recò, incinta, a visitare i suoi a Pietroburgo, la trovarono così malridotta e infelice che la trattennero presso di sé. Là nacque Blok e il matrimonio dei genitori si ruppe. Nove anni dopo la madre si risposò con l’ufficiale della guardia Franz Feliksovič Kublickij-Piottuch, uomo rigido e anaffettivo, con il quale Blok non ebbe mai un buon rapporto. L’infanzia del poeta si svolse a Šachmatovo, una tenuta dei Beketov, circondato da donne, la nonna e le zie, tutte colte e traduttrici da diverse lingue. Le prime poesie di Blok furono scritte sotto l’influenza di Fet e successivamente di Vladimir Solovëv, un mistico nelle cui poesie trovavano posto speranze per l’avvento dell’Eterno Femminino goethiano. Fu così che la prima raccolta di Blok “Versi sulla Bellissima Dama” (Stichi o Prekrasnoj Dame), [1904] (una variante dell’Eterno Femminino), suscitando gli entusiasmi della gilda neosimbolista degli Argonauti, della quale facevano parte il nipote di Solovëv, Sergej e il futuro amico-nemico Andrej Belyj, fece sì che anch’egli ne entrasse a far parte. Nel 1903 Blok sposò Ljubov Dmitrevna Mendeleeva, figlia del famoso chimico Dmitrij Ivanovič. Gli esaltati rapporti tra gli Argonauti e la moglie, assieme all’insofferenza per il loro invasato misticismo, contribuì alla sostanziale rottura del poeta con gli antichi compagni segnato dalla raccolta “La gioia inattesa” (Nečajannaja radost’), [1906], della quale fanno parte La sconosciuta e il poemetto “La Violetta Notturna”.
Nello stesso anno Blok, sempre interessato al teatro, produsse tre “pièces”: “La baracca dei saltimbanchi” (Balagančik), “Il re sulla piazza” (Korol’ na ploščadi) e “La Sconosciuta” (Neznakomka), tutte pervase da una feroce e tragica critica delle mistiche aspettazioni e dell’inutile attesa della Sposa.
Il rapporto con la moglie si deteriorò rapidamente; tuttavia le reciproche infedeltà e la morte prematura di un figlio non li indussero ad una separazione e i coniugi rimasero sempre insieme fino alla morte del poeta. Da questo momento in poi però la discesa di Blok, segnata dalle successive raccolte, ora ispirate alla passione per l’attrice Natalja Volochova, ora per la cantante Ljubov Del’mas: “La maschera di neve” (Snežnaja maska) [1907], “La terra sotto la neve” (Zemlja v snegu) [1908], “Ore notturne” (Nočnye časy), [1908-1910], fino al “Giardino degli usignoli” (Solov’inyj sad) [1914-1915], attinge ad una sempre più tragica condizione esistenziale. La guerra e la conseguente rivoluzione produssero un momentaneo ritorno dell’ispirazione, testimoniato dal celeberrimo e problematico poemetto “I dodici” (Dvenatcat’) [1918] e dal poema “Gli Sciti”, (Skify), poi, la depressione, il silenzio e la morte il 7 agosto 1921.
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