Cyprian Kamil Norwid (1821-1883) è in pratica una voce nuova in Italia. Pochi e rari i lavori su di lui (bastano e avanzano le dita di una mano) e diluiti nell’arco di quasi cinquant’anni.
Eppure, per la cultura slava, si tratta di uno dei più grandi poeti europei dell’Ottocento (addirittura il più grande, secondo Brodskij). Il lettore italiano, se vorrà applicarsi alla sua lettura (perché di applicazione ha bisogno questo possente poeta), non potrà che darle ragione.
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