L’uomo vive in un’angoscia senza tempo, cui può essere di conforto solo l’illusione dell’amore, dell’amicizia. E se l’angoscia si distende nel disincanto d’un sorriso, questa maschera può assumere la grazia d’un volto ambiguamente fraterno. Di tale ipotesi, Orazio era il connivente interprete, il dubbio lanciato contro la certezza dei demiurghi del tempo necessariamente ritrovato (Luca Canali).
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