Traendo forse involontaria ispirazione da un aforisma di Cioran per cui «un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve allargarle. Un libro deve essere un pericolo», questa raccolta di racconti accende la luce su un nastro trasportatore di piccoli disastri contemporanei.
Muovendosi tra testi più estesi e narrativi ed altri più brevi e laconici, talvolta francamente surreali, viene proposta al lettore la senescenza di un affresco, impietosa e insieme amorevole, dalla quale pare però esclusa ogni possibilità di ricomposizione redentrice
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