E sia ha la struttura di un dramma greco: si apre con il prologo, si snoda nella sua partitura con gli stasimi cantati dal coro e le monodie, e si conclude con un epilogo. L’autrice va alla ricerca della antica madre, la Grecia, origine della cultura e della civiltà occidentale, per scoprire il cuneo d’ombra della contemporaneità, la verità brutale e terribile, che va, però, guardata negli occhi per assaporare la sostanza di essere interamente uomini.
Lontana da sudditanze , filiazioni e canti di sirena , la poesia di Grazia Procino si fa apprezzare per una propria personale espressività , subito riconoscibile , che sa muovere le parole in funzione di una comunicazione molto diretta in grado di rispettare ad un tempo chi legge e l'oggetto del ricordo . Forse l'aspetto più vistoso di questo lavoro è rilevabile nella bella capacità di sintesi , che in alcuni testi può ricordare la felicità epigrammatica dei lirici greci rivisitata in chiave moderna , con l'apporto di una aggettivazione sempre sapientemente calibrata e corposa . Una lezione poetica , dunque , carica di echi e di suggestioni che si colloca , con lodevole equilibrio ed esemplare maturità , tra le più certe della odierna poesia italiana .
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