In questa raccolta Givi Alkhazishvili getta le fondamenta di quella coscienza poetica che, da una parte, cerca di manifestare il pensiero con il non dire e il celare e, dall’altra parte si rivolge ad una radicale riduzione poetica, affinché, nell’attraversare il mondo reale, il simbolo della lingua non subisca una deformazione.
La poesia di quest’autore è veramente fenomenologica, in quanto, come scrive Derrida, nell’universo non esiste la differenza tra reale e metareale ed essa è intesa solo nella lingua, in forma dell’irrequietà trascendentale; la differenza che non appare là dove il poeta riesce ad esprimere il pensiero senza farlo attraversare il mondo linguistico.
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