Poesie nette e pazienti, estreme e dolci, lievi e colme di fame e sete di verità. Poesie che provano a trasformare pietre in pane, nel miracolo rinnovato della poesia. Poesie che nel cuore piangono e nella mente si rallegrano queste di Francesco Iannone, giovane e fine venticinquenne di Salerno che ha velocemente allestito il suo “triangolo dei gomiti” annunciato in esergo dalle citazioni di Leopardi, Luzi e naturalmente Gatto. Una triangolazione augurale. Così ben appoggiate le sue poesie bevono sorsi d’acqua fresca che fanno crescere la sete e trovano semi per sopportare la fame, e intanto si consumano in un desiderio smodato di infinità e bellezza (Gabriella Sica).
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