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L’ultima fatica letteraria della poetessa, giornalista e drammaturga Michela Zanarella ha come titolo l’espressione “L’Istinto Altrove” che sembra quasi anche un verso di una delle profonde liriche che compongono la raccolta stessa.

La silloge che è edita da Giuliano Ladolfi Editore contiene 72 liriche e ha come prefazione una nota critica della scrittrice Dacia Maraini, autrice di spicco del nostro panorama italiano dagli anni ’70 e dal grandissimo spessore culturale e umano. Le poesie sin dall’inizio sono pregne di una profonda riflessione sull’animo umano e soprattutto di come nel sentimento dell’amore, la radice del verbo “amare” vuol dire innanzitutto ricerca delle ragioni stesse della vita mentre l’espressione poetica corrisponde proprio all’istinto: “...l’amore ci porta lontani e distanti dal mondo reale per abbracciare quelle che credi essere o sono davvero le ragioni della nostra vita, così la poesia si concede la libertà di connessioni, digressioni perdite di senso…” citando appunto la stessa prefazione della Maraini.


Citiamo un verso chiave racchiuso in una pluralità soggettiva: “Possiamo solo continuare / a stringerci senza sfiorarci / come polline in volo / tra le dita del vento”. Michela Zanarella (nata a Cittadella nel padovano, vive a Roma) ha dato alle stampe L’istinto altrove (Ladolfi 2019), una raccolta poetica impressionista, cantata, che trascende dal realismo e ricalca a mano i contorni di luce, che sfiora un simulacro e lo custodisce nell’anima per renderlo più lindo e tangibile. Il fulgore delle espressioni nasce soprattutto da una vena sentimentale, infiammata di “aria calda”. “Dal cuore faccio uscire / il colore di una terra / che mi manca come l’aria / e tutto il silenzio di un amore / che cresce come le spighe del grano”. Nei versi il rivolgimento è ad un tu confidenziale, traslucido nell’alba d’amore, nell’annunciazione che appunto sfiora “come il vento che non fa rumore”.


La giornalista e poetessa Michela Zanarella presenta una silloge poetica che ti fa scoprire la bellezza del dialogo con la nostra coscienza. La coscienza che si pone al centro della luce dell’uomo, che a volte, non si ferma nella sua più pura avidità, ma s’interroga costantemente sulle gesta che giornalmente compie.

Una coscienza, ripresa svolgendo un viaggio retrospettivo nei meandri dell’azione dell’uomo. Un viaggio, che è spinto dalla sua autorevole penna, e ci porta ad osservare quella luce che forse ancora non abbiamo francamente conosciuto. Anzi, ci preoccupiamo di vivere assecondando azioni e passioni che non soddisfano la domande poste dalla coscienza, ma alimentano solo un malsano appagamento. Una silloge, quella di Michela Zanarella, divisa in 90 pagine di pura riflessione. Nei suoi versi, e spero di non affermare qualcosa che distorce con il senso posto dalla stessa autrice, rivedo l’incipit ideologico che fu cercato nel periodo che noi tutti conosciamo come “decadentismo”. Ossia, quella branca poetica, che vide Paul Verlaine come capostipite di un lavoro di ricerca che doveva trovare le basi di unione tra anima e comportamento. Alcune poesie, scritte dalla Zanarella, rappresentano a mio avviso anche la ricerca costante di quello che Alcmeone da Crotone, filosofo dell’antichità, voleva trovare nell’unione degli elementi come anima, corpo e spirito. Dove l’unione di questi elementi produceva un comportamento morale e una visione etica completamente diversa a differenza di quando uno di essi era distaccato dal contesto. Ciò, per il filosofo crotonese, seguace della scuola pitagorica, poteva portare, qualora non fossero allineati gli elementi, alla malattia, intesa come un sentimento dell’anima. L’invito di Michela Zanarella, con questa silloge è da prendere al volo, perché non possiamo permetterci il lusso di rimanere “fermi e avidi all’ascolto”, come i manichini, dato che a differenza loro siamo dotati di pensiero, di quello che Cartesio, definiva nel suo vezzo, “Cogito, ergo sum”, vale a dire: <>. Lasciamo ai manichini che vediamo negli show room questo compito, noi invece cerchiamo di liberare il coraggio di interrogarci, attraverso la luce della nostra anima, aiutandoci anche con la raccolta della poetessa padovana. L’Istinto Altrove è una silloge poetica inserita all’interno della ‘Collana Perle di Poesia’, diretta da Roberto Carnero per Giuliano Ladolfi Editore. Una composizione stilistica di facile lettura, di ben 90 pagine, con poesie come: Siamo liberi di sentire; Non si ferma la luce. All’interno della silloge è presente una prefazione curata da Dacia Maraini, scrittrice italiana di altro profilo culturale. Una raccolta profonda e particolare, quindi, che mette al centro l’amore ed il suo concetto universale.


  1. Von su BresciaOggi
  2. L'istinto altrove su Alessandria Today
  3. Orfeo in fonte santa su Blog Poesia 3002
  4. L'istinto altrove su Sololibri.net

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