Un'antologia della produzione in lingua italiana di Prisca Agustoni, poetessa svizzera del Canton Ticino (ma dalle molte altre competenze linguistiche, come si vede dalle note biografiche). Una produzione di cui è difficile dare un'idea compiuta con i pochi testi qui estratti ma essenzialmente centrata da una parte sulla condizione femminile, quella personale ma anche quella storica (come nella raccolta Sorelle di fieno del 2002 in cui la Agustoni narra vita e silenzi delle ragazze italiane che all'inizio dello scorso secolo partivano dal Ticino per andare a fare le tessitrici nei conventi di suore tedesche oltre il san Gottardo, dove vigeva un sostanziale divieto di parlare la lingua madre).
Dall'altra l'elemento fondante, il leitmotiv, è la dimensione plurima del confine, del limite o dell'orizzonte: come frontiera, confinamento, barriera linguistica, sociale, morale, come porta, anche intima, interna, psichica, da attraversare, territorio di incontro e di reciprocità, come consegna all'Altro e spazio nel quale può avvenire una trasformazione, un'influenza, come - aggiungo - avviene tra osservato e osservatore nel principio di indeterminazione di Heisenberg.